la tartaruga rossa e zootropolis

Ci siamo innamorati di queste due storie d’amore, nei tempi delle liti  e delle lotte politiche, nei tempi dell’ineleganza e della miseria umana, abbiamo trovato conforto in due momenti di grande bellezza e tenerezza.

Zootropolis, anno 2016, Walt Disney production, oscar miglior film di animazione 2017, regia Byron Howard e Rich Moore, attiva i sentimenti protesi verso la giustizia, l’uguaglianza e la fratellanza seppure tra diversi. Lei, la coniglietta Judy Hopps e lui, la volpe Nick Wilde sgominano eventi truffaldini schivando ed affrontando azioni, fraintendimenti,  ostacoli, trappole di ogni tipo. Sempre presente il potere, forte e grande fratello, che cerca di manipolare meschinamanete,   per conquistare ancora maggior potere e reprimere i veri meriti di chi si adopera per creare un mondo migliore. La storia è articolata, ma quello che prevale è la grande complicità, in teoria improbabile tra una coniglietta ed una volpe, che si associano per risolvere degli strani casi di inselvatichimento di animali predatori che, anche se ormai civilizzati in una comunità multiculturale e plurale, improvvisamente rivelano il loro aspetto primitivo di bestie feroci. Tutto perchè alcuni malvagi li avevano colpiti con pallottole fatte da una sostanza vegetale tossica.

I due si adorano e i loro occhioni vispi e teneri ci accompagnano durante il racconto, che promette giustizia dal primo istante e tanto amore.

La tartaruga rossa, anno 2016, regia Michael Dudok de Wit, varie produzione tra cui il mitico studio Ghibli, premio speciale Un certain regard, festival di Cannes 2016.

Storia di grande dolcezza, disegnata con un’essenzialità ed una delicatezza estreme, si nota la supervisione proprio dello studio Ghibli che produce Miyazaki e Takahata.
Il racconto di un naufrago, che tenta di riprendere il mare costruendosi una zattera  che gli viene distrutta, appena al largo, da una tartaruga rossa che si trasformerà poi  in una bella donna. Qui la storia diventa una favola e di quelle che abbiamo sempre sognato per noi stessi. Di partire e recarci su un’isola deserta dove trovare natura incontaminata, silenzio, amore e semplicità. Il paesaggio è bellissimo, i due innamorati sono deliziosi, tutto si svolge nella lentezza e nell’essenzialità. Gli innamorati non parlano, agiscono, si supportano, si sfiorano, si immergono nelle acque trasparenti e generano un bimbo felice. I tre sono accompagnati da tre granchietti e tre tartarughe che sono la loro comitiva, gli amici, i familiari. Lo tsunami sconvolge le loro vite. Resisteranno, ma il ragazzo, ormai giovanotto, sente il bisogno di partire, cercare altro, lasciare quel mondo incantato per vedere cose oltre l’orizzonte. Vorremmo che questo sogno non finisse mai e siamo grati a tutti gli artisti che hanno scritto e disegnato favole sulla semplicità e sul cuore e forse anche sul silenzio.

 

23/3/2017

 

Gioia

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