tavola tavola, chiodo chiodo…

16/21 novembre 2021

San Ferdinando/Napoli

 

Emozionante il pezzo di Lino Musella sulle tavole del San Ferdinando, dove, i più fortunati di noi hanno vistto il grande, il più grande di tutti, Edoardo De Filippo, recitare ed illuminare le nostre menti.

Proprio questo l’intento di Musella, instancabile, narratore, storico, umile e felice, motivato e connesso. Accompagnato dalla chitarra di Marco Vidino, ci narra del nostro Edoardo, la sua forza, il coraggio, la caparbietà.

Si susseguono letture di epistole inviate e rivcevute, cariche di rifiuti e ostacoli, telefonate con le autorità, sorde alle richieste di un intellettuale illuminato, che pagava con le sue tasche e la sua anima la creazione di un teatro che avrebbe invitato la città a risorgere, la cultura ad avere una spinta innovativa. Ma, dalla storia che viene fuori in tavola tavola, chiodo chiodo, sembrano susseguirsi delusioni e amarezze.

Musella non si ferma mai, racconta, si cambia d’abito, inchioda la sua tavola, costruisce un altare, lo trasforma in balcone.

Fa quello che si fa dietro le quinte. Lo fa in pubblico, una metafora della laboriosità del grande maestro. ricambia, come allievo, idealmente, quella generosità di Edoardo.

E’ anche pungente, perchè ovunque, nei 100 minuti sulla scena, costella di critiche e commenti duri il sistema teatrale in Italia. La noncuranza, il rispetto mancato.

Ma anche qui non si sottrae alla fatica e ci dice come si fa a mantenere i fiati nella maniera giusta, per non finire estenuati, durante ed al termine di una reictazione.

Ancora un’indicazione per definire il senso di una vera passione, di una strenua resistenza.

 

 

vera vita gioia

 

 

Gioia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *