l’ultimo nastro di krapp

l’ultimo nastro di krapp di samuel beckett traduzione di gabriele frasca,  al ridotto del Mercadante dal 14 al 22 ottobre 2021.

c’ero stata nell’ottobre 2009, se ben ricordo, a vedere questo atto di beckett recitato e diretto da robert wilson e quindi, anche senza volerlo, pronta ad una comparazione.

ma una comparazione benefica, in quanto i talenti sono talenti e gli artisti esprimono sempre la loro visione; per questo non si può mai dire che l’arte sia morta o consunta o terminata, in quanto ogni variazione costituisce un rilancio, una nuova prospettiva, qualcosa di diverso e addirittura potrebbe non riconoscersi la traccia d’origine, per quanta forza immette l’artista, l’attore, il contesto.

tonino taiuti, un istrione, gestuale e mimo, tutto fisico e movimenti facciali, andatura alla chaplin, scarpe lunghe, passo claudicante.

l’ultimo nastro della vita, che krapp usava registrare al suo compleanno, ascolta quello della scatola 5, “bobina” 3, un nastro che parla di ultimo amore, speranze, speranze spente.

mangia banane, di continuo, parla di stitichezza, si nutre di alcolici.

ascolta se stesso da giovane e proprio beckett scriveva questa piece da giovane, intravedendo la vecchiezza, la disillusione, la fine

senza  emozioni.

taiuti si diverte anche, va su e giù per le scale per prendere i nastri passati e bere un bicchiere, apre i cassetti e mangia quelle banane compulsivamente, non ha il controllo di sè, vive svampito e butta tutto in aria in un attimo di impazienza, turbato.

cosa ci si aspetta da una vita ambiziosa se non ci riesce di soddisfare quei sogni di gloria.

il nostro beckett la vede così, era lontano dalle pacificazioni dello spirito new age, era dentro il sistema intellettuale che costruiva il linguaggio della profondità psicologica, della società del ‘900, le guerre, le fughe, il nazismo.

altre turbolenze.

e krapp, nella sua solitudine, rilegge se stesso per non guardare più cosa c’è fuori, nel mondo.

vera vita gioia

19 ottobre 2021

 

Gioia

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