pippo delbono

sabato 17 dicembre al teatro nuovo, napoli, abbiamo avuto l’ispirazione di andare a vedere lo spettacolo “il sangue” di pippo delbono.

una ninnananna dolceamara, che, a tratti, forse non compresa, ma che ci ha tirato dentro senza tregua.

dal primo all’ultimo istante una voce, quella di pippo, una voce cantante, quella di petra magoni ed un liuto o un opharion, quello di ilaria fantin, hanno preso il pubblico e lo hanno trascinato, compatto, su una nuvola di sogno, di intensità, di contrasti.

non tutto era chiaro, volendo ragionare, la storia di edipo orfano e la miseria di una maledizione per aver ucciso il padre e la sofferenza di una vita senza riscatto e privata dalle illusioni.

con sofocle: chi ha attraversato indenne il confine della vita può dirsi felice. Un tema ricorrente nel pensiero di artisti che avvertono la condanna prima della vita, vedono il dolore innanzitutto, perchè tale è la condizione dell’umano.

la voce delbono intermezza con aneddoti personalissimi, storie come gli incontri con lou reed, la sua voglia di progettare la vita anche alla fine di questa. Appunto pippo rammenda contrasti, autocelebrazioni e storia del passato, mentre magoni e fantin ci accompagnano con brani da caccini a lou reed a cohen a de andrè.

Bello spettacolo, oasi nella tempesta della volgarità e dell’ignoranza.

anche bobò si aggiunge, sordo, muto e dopo quarant’anni in manicomio e canticchia dentro di sè e balla con noi.

 

21/12/2016

 

 

Gioia

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